Fuoristanza

Spigolature sul mondo universitario

domenica, ottobre 10, 2004

Ricordo del Ministro Ruberti

Striscione di protestaTutto lascia prevedere che continuerà la protesta contro il disegno di legge Moratti. I ricercatori chiedono il ritiro del provvedimento. La mobilitazione ottiene il sostegno di molti consigli di facoltà, di Presidi e di Rettori.

Gli studenti sono chiamati ad un ruolo di solidarietà e sostegno ma non c'è dubbio che il coinvolgimento (già ora gli studenti partecipano numerosi alle iniziative di protesta) sarà totale e "incondizionato".

Chissà se ci saranno commenti e analisi sulle analogie e le differenze con il movimento del '90.

Logo della PanteraGli studenti della pantera (un nome che dei geniali copywriter donarono alle masse studentesche in lotta) paralizzò le università occupando gli atenei. Allora il movimento degli studenti si mobilitò contro la legge sull'Autonomia universitaria promossa dal ministro Antonio Ruberti.

Forse il giudizio 'storico' di quella legge e del suo promotore potrà rappresentare una discriminante di chiarezza tra le diverse 'anime' del neonato movimento:

Il disegno di legge Moratti è la naturale conseguenza del progetto di privatizzazione dell'università cominciato negli anni '90 oppure è l'affossamento del processo di autonomia dell'Università e delle sue funzioni?

Lasciamo agli esperti queste disquisizioni.

A noi interessa invece rilevare alcuni differenze di forma nelle reazioni e nei comportamenti degli 'attori' di ieri e di oggi. Molti ricorderanno gli attacchi 'della piazza' nei confronti del ministro Ruberti. Al confronto, quelli contro la Moratti sembrano complimenti. Molta ironia, slogan efficaci, nessuna violenza 'verbale'. È segno dei tempi e non possiamo che rallegrarcene.

Antonio Ruberti Ruberti subì un altro trattamento. Figura accademica prestigiosa fu Rettore della Sapienza negli anni più 'caldi' della contestazione (76-87). Divenne ministro fino al '92. Fu nominato Commissario Cee per la ricerca e divenne vice-presidente della Commissione.

Il suo ministero non fu semplice, vicino al PCI sceglieva di passare al nemico (il Partito Socialista di Bettino Craxi) per promuovere una riforma dopo anni e anni di immobilismo delle università e dei governi.

Intorno a lui molta ostilità e diffidenza: alleati e avversari vedevano nella costituzione del Ministero dell'Università solo come un'ennesima spartizione del potere mentre l'Accademia reagiva con freddezza e disimpegno. Ruberti conosceva bene la 'solitudine del riformista' ma sapeva anche che la costanza e la tenacia avrebbero prevalso.

Una cosa che mi ha sempre stupito nel rapporto con il movimento che lo contestava era la sua capacità di dialogo. In democrazia tutti dialogano (persino il ministro Moratti) ma nel ministro Antonio Ruberti c'era molto della tecnica del professore: capire gli altri e le loro ragioni, insegnare più che difendere le sue posizioni e le sue idee.

Lasciamo da parte la politica e il dibattito legislativo: se oggi l'Università è cambiata, se finalmente si costituisce come 'sistema' e non come coacervo di interessi corporativi il merito non può che andare al professor Ruberti. Qualunque opinione si sostenga. Ieri e oggi.

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