I prof sono più bravi degli impiegati e degli studenti
Per una coincidenza non del tutto casuale tutte le componenti universitarie della Sapienza si preparano al voto.
Gli studenti rinnovano le loro rappresentanze ai Consigli di Facoltà, al Senato Accademico e al Consiglio di Amministrazione (10 e 11 novembre). Il personale tecnico amministrativo voterà la composizione della sua rappresentanza sindacale e infine la comunità universitaria voterà il nuovo Magnifico Rettore per il quadriennio 2004-2008.
L'Ateneo sta vivendo una intensa campagna elettorale. Diciamo subito che le elezioni delle RSU (personale tecnico-amministrativo) sono una vera e propria noia...il dibattito e la polemica (per adesso) non esistono e i candidati - colleghi si aggirano per l'Ateneo che quasi si vergognano di chiedere il voto. Gli studenti poi, dai quali ti aspetti frizzanti dibattiti e iniziative clamorose, vegetano melanconici e seriosi.
Per fortuna a scuotere l'urna ci sono i candidati alla più alta carica dell'Ateneo. I professori candidati hanno trovato energia e verve inaspettate: sono divertenti, polemici, ironici e anche un po' irriverenti. Un po' Biscardi, un po' Guareschi, un po' Kerry e un po' Bush, questi prestigiosi rappresentanti dell'accademia sono riusciti a 'salare' una competizione altrimenti scipita. Vabbhe', la loro esposizione mediatica è maggiore ma l'uso sapiente che stanno facendo dei mezzi di comunicazione (mailing-list, siti web, giornali e persino volantini) è da 'manuale'. Mi aspetto che qualche studente di Scienze della Comunicazione ci faccia una bella tesina.
Naturalmente questa appassionante sfida elettorale contiene dei rischi: i professori non sono dei politici e non rappresentano dei partiti. I professori anzitutto sono degli studiosi: sono votati - per parafrasare un filosofo - alla pura gioia della conoscenza, all'utilità sociale e infine alla gloria di Dio, l'ordine armonioso della natura. Questa concordia di fini non può che prevalere sulla 'diabolica' ricerca del potere (diabolica perchè di questa terra e di questa umanità). Gli altri (studenti, sindacalisti, politici, tecnici e impiegati, ricercatori) devono tenere a mente questa verità e partecipare (e parteggiare) alla sfida per il Magnifico Rettore con la stessa leggerezza che traspare dai magnifici candidati.
Nessuno si sorprenda se, dopo l'elezioni, cambieranno i comportamenti e le alleanze. Nessuno evochi voltagabbanismi e trasformismi. Le categorie della politica lasciamole al parlamento e alle piazze. Qui si fa scienza... signori, tornate al lavoro!
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