Tu per chi voti?
Vademecum per sopravvivere all'ansia elettorale
Ecco un piccolo prontuario per soppravvivere alla richiesta di dichiarare la tua frazione di voto nelle elezioni del rettore
Generalmente la domanda viene fatta da un altro elettore (professore - studente - non docente): ti offre un caffè e dopo aver commentato velocemente le disgrazie calcistiche delle squadre romane ti appioppa la fatale domanda, con non chalance come se la tua opinione, in fondo non gli interessi molto, solo per conversare, per rompere la monotonia dei soliti argomenti...eppure, nei suoi occhietti vispi intravedi il malato di spoil system addiction (è una sintomatologia che - per ora - non troverete nei manuali di psicologia). Noterete che ha una specie di taccuino mentale dove annotare la tua risposta. Se sbagliata o non congrua alle sue aspettative potrà usarla contro di te, un giorno.
Per fortuna viviamo nel sistema occidentale dove di elezioni ce ne sono molte. Possiamo, per esempio indicare Zoff o Rivera, perché di Galliani non se ne può più, oppure Marazzo, perchè lui sì che può raddrizzare i torti e i soprusi alla Regione, potete anche indicare il deputato del vostro collegio elettorale (confidando nel fatto che il nostro interlocutore abiti in un altro quartiere). Naturalmente anche le elezioni americane vi consentono notevoli variazioni sul tema (ricordarsi di comprare il DvD di Fahrenheit 9/11'). Ci sono anche le elezioni del personale (RSU), i candidati sono a centinaia. Possiamo sbizzarirci indicando la preferenza di voto per un collega, preferibilmente una collega. Se cade nella trappola sarà semplicissimo portarlo su argomenti più lievi (cherchez la femme!). State tranquilli, all'orizzonte non si intravede un Magnifico Rettore donna.
Evitate gli argomenti del tipo: il voto è segreto, potreste farvi un nemico. Il voto è segreto e fatti i cazzi tuoi sono troppo simili e troppo inutilmente offensivi.
Se proprio non riuscite a sfuggire alla pressante e (per lui) esiziale domanda dovete fare così: prendetegli un braccio, guardatevi intorno con circospezione (ricordatevi che siete al bar) e sussurrate: ma non l'hai capito? non si voterà mai più.
Lo lascerete di sasso. Il povero interlocutore si arrovellerà il cervello per capire se quello che gli avete confidato riguarda la sua elezione o la profezia sulle sorti della democrazia occidentale.
Ultima chanche
Se proprio non potete sottrarvi rifilategli questo:
The incompetent or the incoherent? (Economist.com)
tanto voi l'avrete letto nella versione tradotta in italiano

Dal 15 al 18 novembre il personale tecnico amministrativo delle università sarà chiamato a rinnovare il parlamentino incaricato di 'trattare' con la 'controparte' d'ateneo. Il segretario generale della CGIL 'aprirà' la campagna elettorale delle Rappresentanze Sindacali Unitarie intervenendo alla Sapienza il 19 ottobre.
Il ministro Moratti dice che non c'è nessuna fretta ad approvare la riforma dello stato giuridico dei docenti. Attende proposte migliorative.
Gli studenti della pantera (un nome che dei geniali copywriter donarono alle masse studentesche in lotta) paralizzò le università occupando gli atenei. Allora il movimento degli studenti si mobilitò contro la legge sull'Autonomia universitaria promossa dal ministro Antonio Ruberti.
Ruberti subì un altro trattamento. Figura accademica prestigiosa fu Rettore della Sapienza negli anni più 'caldi' della contestazione (76-87). Divenne ministro fino al '92. Fu nominato Commissario Cee per la ricerca e divenne vice-presidente della Commissione.
[...] Quel che cercavo rientrava nella categoria generica dei sistemi di documentazione, cioè dei software che permettono la conservazione e il recupero dei documenti. Però era un terreno infido. Avevo già visto tanti programmatori arrivare al CERN per presentare sistemi che "aiutavano" a organizzare le informazioni dicendo: "Per usare questo sistema deve solo suddividere tutti i documenti in quattro categorie" oppure: "Basta salvare i vostri dati come documento WorldWonderful" eccetera. Avevo visto un postulante via l'altro silurato da scienziati indignati perchè quel programmatore voleva costringerli a riorganizzare il loro lavoro in modo che si adeguasse al sistema. Dovevo creare un sistema con regole comuni, accettabili per tutti, cioè il più possibile vicino alla mancanza assoluta di regole.