Fuoristanza

Spigolature sul mondo universitario

domenica, settembre 26, 2004

L'uomo non sale mai così in alto come quando non sa dove va

Citazione di Oliver Cromwell - p.28 della Relazione sullo stato delle università italiana CRUI

Oliver CromwellI giornali di questa settimana hanno giustamente sottolineato i passaggi più 'antigovernativi' della Relazione sullo stato dell'Università del Presidente della CRUI Piero Tosi: la riforma dello stato giuridico della docenza, la 'riforma' della riforma universitaria, lo scarso impegno finanziario dello Stato per la ricerca e la formazione.

La lunga relazione (39 pagine) del Presidente contiene riferimenti interessanti anche (e forse sopratutto) nelle parti più 'generali'. Ci riferiamo al forte 'richiamo' al rinnovamento di mentalità della comunità universitaria; dai processi di autogoverno al ruolo del 'docente/formatore', dal rapporto con la ricerca al ruolo di servizio pubblico.

L’Università sa di dover cambiare assai più nei prossimi dieci anni di quanto abbia fatto nei passati cinquanta, nei quali ha dovuto adattarsi alla massificazione della formazione superiore, ma assai poco ha potuto mutare della sua struttura, dei suoi modelli e dei suoi processi decisionali.

Natura pubblica dell'Università

Forte il richiamo alla natura 'pubblica' dell'istituzione e l'invito ad abbandonare ogni vocazione da 'azienda' e lasciarsi dietro la tentazione - che ogni tanto affiora - di mutare la forma giuridica delle Università, per esempio mutando le Università in Fondazioni.

Parole chiare anche contro altre 'ricette' (in voga - per la verità - in un periodo meno burrascoso nei rapporti con i governi): l'apertura delle Università al "mercato".

Il “prodotto universitario” non può essere assoggettato alla regola, che vale perle merci, del basso costo, se non altro per l’ottima ragione che la qualità del servizio non è indifferente, ma diviene parte costitutiva del servizio. Né lo studente può essere considerato un consumatore in attesa di essere preda di voraci istituzioni universitarie.

La 'retorica' del mercato può essere invece utilizzata nel senso più 'stretto' del termine ossia mercato come metafora. Strumenti adeguati che promuovano forme di competizione e di differenziazione fra gli Atenei, modelli innovativi nella ricerca e nella didattica, diversificazione semplificata e controllata dell’offerta formativa. Il rapporto con le imprese ha un ruolo strategico, senza confuse sovrapposizioni e inutili omologie; il sistema delle imprese deve credere nella Università del proprio paese. Occorrono altri organismi che incoraggino il trasferimento tecnologico, organismi 'terzi' che non siano espressioni diretta dei due 'mondi' (università e impresa).

Democrazia

Una Università che 'parla a se stessa' e - nel contempo - rifugge dall'autoreferenzialità deve per forza di cose intervenire nei meccanismi 'interni' del processo decisionale. I limiti 'intrinseci' del governo dell'Università derivano dalla 'natura' piramidale della comunità universitaria. Un reale coinvolgimento di tutte le altre componenti universitarie (studenti,personale tecnico amministrativo, altri soggetti sociali) può avvenire solo se si riesce a far prevalere la responsabilità sulla rappresentatività.

La valutazione

Il passaggio più delicato (a mio giudizio) della relazione riguarda la cultura della valutazione: rinunciare all'autoreferenzialità e difendere gelosamente la propria autonomia da influenze 'esterne' segna una contraddizione da cui si sfugge solo se si ha la capacità di valutare (e autovalutare) il proprio operato:

La valutazione delle attività del sistema e quindi delle singole sedi universitarie deve essere affidata a una authority “terza” rispetto sia al MIUR che alle Università.

Il punto è che non si possono applicare all'attività di ricerca e di formazione parametri fissi e indiscutibili:

Bisogna sempre tener ben presente che le attività universitarie sono complesse,rifuggono giustamente dalla burocratizzazione, e la loro qualità non può essere misurata solo con qualche parametro di immediata lettura.

Dall'insegnamento all'apprendimento

Tra i tanti obiettivi e inviti a cambiare e a rinnovarsi ce ne è uno che consideriamo tra più 'alti'; il passaggio dall’Università dell’insegnamento a quella dell’apprendimento, cioè alla proprietà da parte dello studente del proprio apprendimento, conquistata con l’interazione, il dibattito, la domanda e l’analisi dei processi e dei contenuti.

Contro il disincanto e lo scetticismo

Il professor Tosi conclude la relazione volendo evidentemente prevenire eventuali commenti scettici e disincantati (scetticismo e disincanto non mancano nelle Università):

Le Università italiane e la Conferenza dei Rettori chiedono al Paese di coltivare, insieme, questo impegno; di dedicare al nostro sistema universitario le più penetranti attenzioni, le migliori energie, le risorse adeguate, in uno sforzo che sia l’espressione vera, convinta, del consenso unanime e delle giuste attese della Comunità nazionale. È un’utopia, questa? “Una mappa del mondo che non comprende il Paese dell’utopia” – scrisse Oscar Wilde – “è indegna finanche di uno sguardo, perché ignora il Paese al quale l’umanità approda continuamente. E quando l’umanità getta le ancore, sta in vedetta, e, scorgendo un Paese migliore, di nuovo fa vela. Il progresso non è altro che l’avverarsi delle utopie”.

La relazione e gli allegati dal sito della CRUI

domenica, settembre 19, 2004

In difesa degli incapaci e degli immeritevoli

Gli incapaci e gli immeritevoli sono l'esercito della consolazione di tutti i falliti; questi sfortunati possono vivere i propri insuccessi e i propri fallimenti come il risultato di un destino 'cinico e baro', un destino che li ha fatti incontrare con infigardi, farabutti e raccomandati senza capacità e senza valore.

Gli incapaci e gli immeritevoli sono la linfa vitale dei capaci e

dei meritevoli. Questi 'favoriti per merito' traggono dai loro 'colleghi' incapaci l'energia per migliorarsi sempre di più. L'istituzione, l'azienda ha bisogno dei capaci per non crollare sotto il peso della clientela e del nepotismo.

Pensate, per un momento come sarebbe noioso un mondo dove

'vigesse' la 'meritocrazia': un elité tronfia e arrogante da una parte e una massa di 'sfigati' ricacciati nell'oblio dell'accidia consapevoli dei propri limiti, dall'altra. Il numero degli emarginati e i casi di suicidio aumenterebbero in modo incontrollabile!

Qualcuno ha detto che agli occhi del maggiordomo il padrone non è mai un eroe.

Togliete le persone che, per amore o per manifesto riconoscimento dell'altrui superiorità, sono fedeli servitori del proprio padrone. Bene, vi rimangono migliaia di assistenti, collaboratori, segretari, operai, apprendisti, domestici e badanti che prestano la propria opera convinti di farlo per un perfetto imbecille. Questa manifesta consapevolezza di superiorità è un carburante potente per alimentare la propria autocommiserazione - efficace antidoto contro il male della vita. Sentirsi superiore al proprio padrone stimola la sfrenata ambizione di essere, un giorno, il successore del 'tiranno'.

Solo una visione miope e utopistica può immaginare che solo 'la competenza' sia la misura della 'capacità e del merito'. Pensate che l'intrallazzo, la seduzione, i giochi di potere, l'intrigo non siano 'capacità' da valorizzare e premiare? Siete degli ingenui e anche degli ignoranti: la storia umana non è andata avanti solo con i "puri" e i "santi".

Gli Einstein e gli imbecilli nei giornali e nelle università

[...] Ci sono, come nei giornali, gli Eistein e gli imbecilli. Devo dire, però, che nel caso dei professori non-Einstein, qualche nozione, seppur raccomandati, per essere arrivati fin lì ce l'hanno. Tra di voi...ne sento di belle
Eco: nell'era del gossip chi paga è il lettore - Intervista a Umberto Eco di Marco Neirotti - La Stampa 18.09.04

Appello al governo

Rita Levi Montalcini, Sabino Cassese e altri illustri professori rettori chiedono al governo una iniziativa legislativa per la modifica della vigente disciplina dei concorsi universitari.

[...] Non solo vanno ripristinati i concorsi nazionali [...] ma devono essere reintrodotti correttivi alle tentazioni corporative.
"L'università soffre una crisi di credibilità. È necessario un forte rilancio dell'etica - Sabino Cassese, Adriano De Maio, Luigi Donato, Massimo Egidi, Rita Levi Montalcini, Giovanni Marchesini, Carlo Ossola, Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, Carlo Secchi, Salvatore Settis, Riccardo Varaldo. Corriere della Sera 14.09.04

Giocare al "dottore" con Elisabetta Canalis

In quale programma ha esordito Elisabetta Canalis? Tratto dal test di ammissione alla facoltà di medicina e Chirurgia dell'università Cattolica di Roma

Risposta: Striscia la notizia

Questi pazzi, pazzi quesiti - QN 18.09.04

Segnalazione libro

Maurizio Makovec, Lacchè, fighette e dottorandi Editore Clinamen - La scheda del libro

domenica, settembre 12, 2004

Liberate Simona e Simona e gli altri

Striscione degli studenti e docenti del corso di Antropologia della Sapienza

La CISL Università incontra "La Sapienza" il 14 settembre 2004

Università e Territorio: sinergie e sviluppi. Con questa giornata il sindacato intende promuovere una riflessione sul ruolo che il nostro Ateneo può assumere nella dinamica territoriale individuando punti di forza da sviluppare e situazioni di criticità da risolvere. L’incontro sarà anche l’occasione per informare il personale sulla tutela garantita dal Sindacato CISL.

Il testo di convocazione è terribile (università territorio, sinergie, dinamica territoriale, criticità...). Pensavamo che questa "prosa" fosse definitivamente sepolta nel linguaggio sociologico-sindacale dei tempi del 'riflusso'. Tant'è. L'occasione è ghiotta: il governatore del Lazio, il sindaco, il rettore, due candidati (su tre) in corsa per provare a sostituirlo e tantissime "criticità" da affrontare: Policlinico, Atenei federati, riforma universitaria. Ce ne è di carne al fuoco.

La CISL è partita con il piede giusto. Nessun appiattimento con quella o questa posizione accademica e/o politica. Nessun canale privilegiato. Spero caldamente che anche le altre sigle sindacali prendano spunto da questa impostazione e non si facciano 'prendere la mano' dalla foia da "grande elettore".

Il sito della Cisl della Sapienza

domenica, settembre 05, 2004

Senza Domani

Questi sono momenti in cui davvero viviamo l'impossilità di far emergere uno spirito positivo nel mondo

Giovanni Bollea professore emerito alla Sapienza - l'Unità 3 settembre 2004

Bella vittoria, dunque, la vostra!

Sono passati molti anni da quando si poteva entrare in una sede politica e sussurrare: "Ti rendi conto che ogni giovane in questa sala è una tragedia per la sua famiglia o per qualcun'altro?".
Avvolta nella nebbia del tempo la diffida pasoliniana sui giovani di Valle Giulia in difesa dei poliziotti. Eppure (possiamo parlarne con serenità) tra il conflitto generazionale degli anni '70 e l'avvolgente protezione dei genitori (magari protagonisti 'ribelli' di quegli anni) di oggi, non c'è poi tutta questa differenza: molti giovani saranno destinati, volenti o dolenti, a ripercorrere le strade dei loro genitori. Non parliamo solo dei medici, degli avvocati, dei giornalisti (potenza delle corporazioni!) ma in generale della 'rigidità sociale' che impone ai figli di 'tornare' al mestiere del padre o della madre; quando una crisi non ci si mette di mezzo a peggiorare le cose.

6 studenti su 10 si fanno scegliere la facoltà dai genitori

da un sondaggio di Campus

Lasciamoli stare questi papà e mamma che girano disperati per l'ateneo trascinandosi un ragazzino/ragazzina poco convinti; riusciranno a imporgli la scelta (sbagliata) di una facoltà ma non riusciranno a impedirgli di infilarsi un orecchino sul labbro.

Poi c'è lo Stato

In Francia è obbligatorio togliersi il velo a scuola. Tra le motivazioni: impedire a genitori troppo 'osservanti' di imporre ai figli le loro scelte.

Consigli astratti per un futuro rettore

Omosessuale

[...] Nell'estate del 1976 si seppe che ero omosessuale. Nell'autunno la facoltà di Lettere mi elesse preside. Era una facoltà essenzialmente conservatrice, cattolici tranquilli e sinistri conformisti. Hanno eletto un gay per darsi una rinfrescata. [...]
Gianni Vattimo Se non fossi stato gay non sarei stato di sinistra. Intervista a Gianni Vattimo di Claudio Sabelli Fioretti - Corriere della sera Magazine 2-09-04

Donna

La professoressa Susan Hockfield è il nuovo presidente del Massachusetts Institute of Technology. [...] Per la prima volta una donna sale al vertice di una università che è stata sempre apertamente maschilista [...]
Al MIT sale in cattedra la biologia da Il Sole 24ore 1-09-04 articolo di Fiorella Kostoris Padoa Schioppa ed Emilio Bizzi

Comunista

A quell'epoca (negli anni '50 n.d.r.) [...] l'università non era ancora "di sinistra", [...] quando l'archeologo Ranuccio Bianchi Bandinelli fu integrato nei ranghi della Sapienza una studiosa come Margherita Guarducci abbandonò irritata la commissione, inseguita dal latinista Ettore Paratore che le ripeteva; "Non si arrabbi, non si arrabbi, è uno solo!". Commenta ironico De Mauro: "Un comunista alla Sapienza! Orrore".
Tullio De Mauro: che paura i "rossi" alla Sapienza... da Avvenire 03-09-04

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