Fuoristanza

Spigolature sul mondo universitario

sabato, maggio 15, 2004

Valore legale e valore sociale del titolo di studio

Sarà inevitabile. Prima o poi la questione del valore legale del titolo di studio dovrà essere messa all'ordine del giorno. La riforma universitaria, comunque la si pensi, sta modificando profondamente l'università. Il primo effetto è l'allargamento dell'offerta formativa e l'aumento dei laureati. Il nostro paese potrà finalmente vantare un numero di laureati alto. Si restringerà la forbice tra chi entra e chi esce con il 'pezzo' di carta. Gli atenei hanno aperto le porte anche a 'docenti' che non appartengono al mondo accademico (giornalisti, scrittori, professionisti). La 'corporazione docente' ha dimostrato una vivacità e un 'coraggio' inaspettato.

I cambiamenti dell'università avranno effetti inevitabili sulla società. Finalmente essere 'dottore' non sarà un segno distintivo dalla massa incolta. Rimarrà forse una formula efficace per le manovre automobilistiche ("venga avanti dotto' c'è un parcheggio!"), ma niente più.

Mi vengono in mente queste riflessioni leggendo le notizie di questa settimana. Due notizie provengono dal 'mondo dello spettacolo', anzi più precisamente dallo star system. Opposte, antitetiche, ma proprio per questo emblematiche.

La prima riguarda Maria Grazia Cucinotta. Sul settimanale DIPIÙ, ci commuove raccontando il suo passato di miseria (un padre postino - una famiglia numerosa da mantenere ecc. - come la capisco! [n.d.r.]) e il suo presente di borghese tranquilla (ha rinunciato a Hollywood per amore della figlia!). L'attrice dichiara il suo desiderio di riscatto sociale (del suo passato e - vorrei credere - del suo presente) annunciando l'intenzione di prendere la laurea (in Scienze della Comunicazione) alla Clayton University.

Per favore nessuna retorica sulle 'attrici' di una volta...che quelle sì sapevano recitare. Però fa pensare che una diva, ancorchè casta (e di sconvolgente bellezza [n.d.r.]), non trovi di meglio al desiderio di frequentare i set cinematografici seguita dall'epiteto: "a dottore' tra 5 minuti se va in scena"

Usciamo da questa atmosfera piccolo borghese (si intuisce che è finito un amore? [n.d.r.]).

L'altra notizia proviene dalla Sapienza: il regista Roman Polanski riceve la laurea ad honorem in Lettere, per il fondamentale apporto dato ai valori della cultura europea nella sua unità, nelle sue articolazioni e nelle sue contraddizioni, anche allo specchio delle vicende più tormentate delle sua storia o del confronto con la società americana contemporanea.

A proposito di Scienze della Comunicazione, di giornali e di valori sociali del titolo di studio

Questa settimana è uscito un nuovo quotidiano che si occupa di mezzi di comunicazione: Media quotidiano. Credo sia naturale che l'alto numero di giovani che si iscrivono ai corsi di comunicazione (pari quasi all'interesse per la giurisprudenza in epoca tangepolista) e l'attenzione ai problemi dei media, raccolga una larga fascia di lettori di questo quotidiano. I migliori auguri, quindi. Se posso fare una critica, limiterei i continui riferimenti alla giovane età dei redattori. Un po' di rispetto per i lettori anziani. Che diamine!

Nel secondo numero del quotidiano (quello di venerdì 14 maggio), Mario Morcellini (professore de La Sapienza e Presidente del coordinamento dei Corsi di laurea in Scienze della Comunicazione) scrive un editoriale dal titolo La vertenza giovane nei media. Nell'articolo, Morcellini rivendica maggiore spazio e una progettualità di sistema per consentire ai giovani di trovare sbocchi professionali nel mondo della comunicazione. Il professore si scaglia contro la retorica della flessibilità, il precariato eletto a sistema. Un problema, mi permetto di aggiungere, che non riguarda solo il settore dell'informazione.

Un altro terremoto destinato a a riconsiderare le professioni è quello della riforma degli esami di stato. Da qualche anno a questa parte gli ingegneri, gli architetti, i geologi, i biologi...hanno titoli accademici, per così dire, compositi, rendendo difficile la demarcazione e l'inserimento nel mondo delle professioni. Ne parla Il Messagero, in un interessante articolo di domenica 9 maggio.

Sintomi di un fermento sociale

Insomma, per tacere di tutto i problemi legati alla crisi industriale, ai dibattiti sulla scuola ecc... Ci sono tutti i sintomi di una società in fermento. Non vorrei essere accusato di istigazione, ma ci sono tutti gli elementi per far nascere un movimento di idee e di rinnovamento (guerre totali permettendo).

...Pour cause

Segnalo l'Europeo (diventato bimestrale) che dedica il terzo numero a L'italia degli anni settanta. Gli articoli li trovo di una noia mortale (mica per cattiveria, gli articoli di trent'anni fa non mi entusiasmano). Le foto sono veramente notevoli. Consiglio.

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